L'Atalanta e le "sue sorelle": la Lazio e le sue origini "latine" ed "olimpiche"

Lo stemma della Lazio, raffigurante l'Aquila con i colori biancocelesti e 
e l'Aquila Imperiale Romana, rappresentata in un monumento in Piazza 
del Viminale, a Roma, davanti al Ministero dell'interno. 

La scorsa settimana, seguendo il filo logico iniziato con l'Atalanta e proseguito con l'Ajax, vi ho parlato del l'Olympiakos e delle sue origini "olimpiche", soffermandomi sul motivo per il quale i fondatori della compagine greca avevano scelto proprio quel nome, ispirato alle Olimpiadi dell'antica Grecia, per chiamare la loro squadra. Oggi, invece, ho scelto di tornare in Italia e di parlarvi delle origini di una squadra della città Roma, più in particolare della Lazio, la società calcistica più antica della Capitale, che prende il nome dall'omonima regione di appartenenza e si ispira anch'essa ai Giochi Olimpici antichi e ai suoi ideali. 

La Società Sportiva Lazio, questo il suo nome completo, nacque a Roma, più precisamente in Piazza della Libertà, il 9 gennaio 1900 come Società Podistica Lazio. La sua fondazione avvenne su una panchina della sopra citata piazza, che si trova nel rione Prati, per mano di quindici giovani atleti, con a capo Luigi Bigiarelli, sottufficiale dei Bersaglieri ed atleta podista. Gli altri fondatori erano: Giacomo Bigiarelli, Odoacre Aloisi, Arturo Balestrieri, Alceste Grifoni, Giulio Lefevre, Galileo Massa, Alberto Mesones, Enrico Venier, Guido Annibaldi, Olindo Bitetti, Tito Masini, Raffaello Mazzolani, Tullio Mestorino e Giuseppe Valle.

Il club originariamente doveva chiamarsi Società Podistica Romana, ma fu poi scelto il nome Lazio per evitare problemi di omonimia con la Società Ginnastica Roma, fondata nel 1890. Con il nome Lazio, ispirato al Latium Vetus, l'area dove Roma fu fondata e che successivamente divenne una regione a tutti gli effetti, gli ideatori volevano sottolineare anche una loro esplicita volontà: quella di andare oltre i confini cittadini e coinvolgere, quindi, nelle attività della nuova società l'intera popolazione del Lazio. Lo scopo primario era, infatti, quello di diffondere i valori morali ed etici dello sport, che all'epoca era prerogativa esclusiva dei nobili, a tutti i livelli e in tutti gli strati sociali. Il modo migliore per farlo era, dunque, quello di farlo arrivare proprio a tutti, anche al di fuori dei confini della Capitale. 

Dopo pochi anni dalla fondazione la società capitolina continuò a crescere e aumentò pian piano le discipline sportive praticate dai suoi atleti, come il nuoto, l'atletica leggera e il calcio, che furono le prime sezioni istitute. In particolare la sezione calcistica ebbe origine nel 1901, anche se si affiliò alla FIF, cioè la Federazione Italiana del Football (il primo nome della FIGC), solo nel 1908. La Lazio divenne così una vera e propria polisportiva, che ancora oggi può vantarsi di essere non solo la più antica, ma anche la più grande d'Europa, con ben 55 sezioni sportive e 19 associate. 

I colori sociali, invece, non furono subito quelli che ora tutti conosciamo, ma per alcuni anni si usarono il bianco e il nero per le divise da gioco. Solo dal 1904, infatti, i colori sociali divennero il bianco e il celeste (o azzurro). Questi furono scelti, in particolare, dal giocatore-allenatore Sante Ancherani e dalla sua famiglia poiché furono giudicati più "delicati" e "signorili". Furono poi adottati stabilmente dal presidente Fortunato Ballerini in particolare per omaggiare i colori della bandiera del Regno di Grecia, la patria dei Giochi Olimpici, nati nella loro versione moderna proprio nello stesso periodo della fondazione della Lazio. Ballerini, tra l'altro, fu anche uno dei promotori dell'assegnazione alla città romana dei Giochi della IV Olimpiade del 1908, che però furono poi disputati a Parigi. 

Nello stesso periodo venne anche scelta come simbolo della società l'Aquila. Questa, infatti, secondo la simbologia antica, rappresenta la figura di Zeus, il capo di tutti gli dei greci, dell'Olimpo, dio del cielo e del tuono. Non solo però, perché era anche uno dei simboli principali adottato delle legioni romane, oltre che emblema dell'Impero Romano e del suo imperatore, vista la sua fama di animale fiero e regale, emblema di potenza, forza e prosperità. Fu una scelta, quindi, non solo "mitologica" ma anche storica, che ben rappresentava il glorioso passato della città di Roma. 

Nel corso degli anni gli atleti della polisportiva biancoceleste hanno ben dimostrato di possedere le qualità che i fondatori si auspicavano potessero essere alla base della loro società. In particolare coloro che hanno vestito la maglia della rappresentativa calcistica, capace di arrivare a vincere diversi importanti trofei, nel corso del tempo, sia in campo nazionale che internazionale. Tra questi vanno ricordati i due Scudetti, conquistati nel 1974 e nel 2000, la Coppa delle Coppe e la Supercoppa Europea del 1999. Successi che hanno consentito alla Lazio di diventare, al momento, non solo la squadra più titolata della Capitale, ma anche la quarta per numero di trofei in Italia, ben 16, dietro solo a Juventus, Milan e Inter, superando spesso grandi difficoltà, economiche o sociali, nel corso della sua storia ultracentenaria e andando sicuramente oltre le più rosee aspettative di coloro che 120 anni fa decisero di fondarla. 
Bibliografia e sitografia:

- I miti greci, Giuseppe Zanetto, BUR Biblioteca Universale Rizzoli, Milano, 2007
- wikipedia.org
- sslazio.it

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