Quattro chiacchiere con gli scrittori: Danilo Casciaro e il suo libro "Il sogno di Austin"

Questa domenica tornano, nuovamente, gli articoli di approfondimento sul blog Culturalmente Sport. Oggi in particolare, torna la "rubrica" denominata "Quattro chiacchiere con gli scrittori", con cui vi racconto, attraverso la voce degli autori, i loro libri e racconti che trattano di argomenti sportivi e che reputo particolarmente interessanti. 

    Oggi vi parlo dell'allenatore di calcio di diverse categorie giovanili di bambini e ragazzi, oltre che scrittore, Danilo Casciaro, che ho avuto il piacere di intervistare negli scorsi giorni e che recentemente ha pubblicato, con l'editore Qui Edit, il libro intitolato "Il Sogno di Austin".

In questo racconto Casciaro ci narra una bella storia di speranza, riscatto e determinazione, legata a doppio filo alla "Dinamica del Sogno" e al mondo del calcio. 

Lo fa attraverso la vita del piccolo Austin, che con il passare del tempo diventa un ragazzo, crescendo e maturando sempre di più, continuando a coltivare, con caparbietà e volontà, la sua grande passione per il calcio, il suo sport preferito, per tutta la sua vita. Un passione che non lo abbandona mai, anche quando decide di dedicarsi pienamente ad un altro sport perché non viene selezionato per giocare nella prima squadra della sua piccola città di mare, chiamata Coney. E alla fine la sua scelta sarà proprio quella giusta. 

Ho scelto di porre a Danilo, che ringrazio per l'infinita disponibilità, 6 domande che potessero descrivere al meglio il suo ultimo libro, ma anche la sua passione per la scrittura e per il suo lavoro di allenatore di calcio, ma anche per lo sport e per la cultura.

Qui di seguito vi propongo l'intervista completa.

1) Per iniziare raccontaci brevemente della tua passione per il calcio, sfociata poi prima nella la tua attività di calciatore, poi di allenatore e ora di scrittore. 

"Ho sempre giocato con una pallina di piuma nella mia cameretta cercando di fare gol nello spazio che c'è tra le gambe di una sedia. Penso proprio che la mia passione per il calcio sia nata lì. Ci si innamora di un gioco proprio continuando a giocarci e non volendolo mai finire. La cameretta poi è diventata una strada e poi meravigliosamente un campo d'erba di società di paese in cui ho militato come giocatore. Sono sempre stato bravino, giocavo da mezz'ala o punta e ho fatto parecchi gol."

"Ho iniziato ad allenare mentre ancora giocavo, avevo poco più di 20 anni e mi proposero di insegnare calcio ad una squadra di pulcini. Da lì in poi non ho mai smesso. Credo che il voler fare l'allenatore sia derivato semplicemente dall'amore che mi rimane per il pallone. Ricordo che con un mio amico da bambini ci fingevamo allenatori di qualche squadra composta da altri nostri amici. C'è un filo conduttore dove il gancio è sempre stato il calcio. Mi piace molto fare l'allenatore forse molto di più di quando facevo il calciatore."

"Per quando riguarda la scrittura, non voglio definirmi scrittore ma uno a cui piace scrivere qualsiasi cosa, dalle poesia a capitoli brevi. Questo mio primo libro è nato per la voglia di raccontare e scrivere, ovviamente perché non proprio di calcio e sport?"

2) Parlando, invece, del tuo libro, intitolato "Il sogno di Austin", quale è stata l'idea di base dalla quale sei partito per raccontare questa storia calcistica legata a doppio filo alla Dinamica del Sogno? 

"L'idea di base è stata proprio quella di scrivere un libro che parlasse di calcio. Inizialmente avevo scritto dei capitoli con delle riflessioni su alcuni aspetti del calcio, poi ho pensato che fosse una cosa troppo personale e su alcuni aspetti qualcosa non mi convinceva. Dovevo ripartire da capo, ed è proprio lì che è nata la scrittura del "Sogno di Austin" . Inizialmente il libro volevo intitolarlo solo "Austin" , il sogno però alla fine era troppo presente nel libro, quasi come se non volesse andarsene, come se richiamasse tutti quei bambini che sognano di giocare a calcio o per lo meno di diventare calciatore. Compresi tutti, quelli bravi e quelli meno bravi."

3) Come nasce, quindi, questo racconto che descrive la storia di un bambino prima e poi di un ragazzo che ama così follemente il calcio da non perdere mai la speranza, anche nei momenti più difficili e complicati, di poter avere un futuro in questo sport?

"Nasce proprio dalla mia passione per questo sport, dal fatto che il calcio, nonostante la vita normale scorresse con alti e bassi, c'è sempre stato nei miei anni. Ho sempre scelto di andare ad allenarmi o andare ad allenare dando tutto me stesso, piuttosto di scegliere magari cose in teoria più importanti, come dico nel libro: "non sarebbe giusto prendere quella strada, ma poi le gambe scelgono la via che sogniamo." 

"In alcuni momenti nel libro Austin rappresenta me stesso, una sorta di autobiografia, in altri momenti è qualcun'altro. Nella parte un po' più autobiografica, racconto appunto il passaggio dei giorni e degli anni, oltre al sogno di voler continuare a fare qualcosa nel mondo del calcio che rimane il punto fermo. Anche se ad un certo punto Austin ha vent'anni, rimane comunque lo stesso che giocava in cortile, come il sottoscritto nella sua cameretta. Austin vuole dimostrare che le sconfitte, le delusioni, le vittorie, le cadute fanno parte del sogno, che senza quelle cose niente rimane intatto, come in un vero sogno. Credo che quando cadi o non ti senti adatto non sprofondi nel vuoto, ma nel sogno. Ecco lì è il momento della realizzazione e anche della soddisfazione."

4) Come ci descriveresti quindi il tuo libro? Su quali aspetti sportivi, soprattutto calcistici, ma anche umani e sentimentali ti sei soffermato di più?

"Descriverei il mio libro come "libero", a parte l'argomento del sogno non volevo spontaneamente toccare altri argomenti, voglio che chi lo legge si faccia una sua idea, una sua visione e lo prenda come ispirazione. Come le canzoni ognuno le interpreta, giustamente, a suo modo in base al suo vissuto presente, passato e futuro. Mi piacerebbe che anche qualcuno non per forza innamorato del calcio o dello sport in generale, faccia una paragone tra questo libro e la sua passione. Questo è un libro per bambini e ragazzi, ma per alcuni aspetti anche per gli adulti, in particolare per i genitori che si trovano in difficoltà nel gestire le scelte sportive dei propri figli. È un libro per bambini che vorrebbero fare calcio ma non lo praticano o fanno un altro sport per qualsiasi altro motivo. È un libro per chi non crede più nella sua passione e vuole avere la forza per non mollare."

" Ho voluto fare vivere e concentrare il tutto sui momenti sportivi di Austin, spiegando le emozioni negative e positive a pieno, come penso succeda ad ognuno di noi. Il punto che però mi sono soffermato di più è proprio la passione, per me parte fondamentale della nostra esistentenza, per dimostrare che se c'è ti ripaga a suo modo."

5) Hai qualche aneddoto o episodio particolare e che vuoi raccontarci legato alla scrittura di questo libro? Ti sei quindi ispirato alla tua storia calcistica? 

"Come già detto prima è un libro per alcuni aspetti autobiografico. L'immagine di Austin con lo Zio che cammina verso il cupolone della Piscina mentre guarda il campo da calcio è la stessa mia e di mia mamma di quando ero bambino." "Voglio fare quello" è inoltre la frase che io dissi proprio a mia madre."

"Altri aneddoti sono legati a me come allenatore, altri a qualche aspetto politico che adottano le società calcistiche e a momenti che accadono veramente nello spogliatoio di una squadra di calcio. In ogni caso non è basato su una storia vera, ma su momenti veri." 

6) Progetti futuri? Sempre legati a qualche racconto sportivo o al mondo del calcio in generale? Se puoi e vuoi dircelo naturalmente 

"Come progetti futuri sicuramente c'è quello di lavorare sempre nel mondo del calcio come allenatore. Non penso di riuscire a stare lontano dal campo o dalla palla. Insegnare il calcio ai bambini e ai ragazzi e una mia grande soddisfazione. Come scrittore non voglio fermarmi qui, ho altre idee nel cassetto. Ci tengo a fare diventare queste idee delle belle scritture."

Ringrazio ancora una volta Danilo per la sua grande disponibilità e simpatia, gli auguro, quindi, un grande in bocca al lupo per il suo nuovo libro e per i suoi prossimi lavori, nella speranza che anche in futuro potremmo ritrovarci a parlare nuovamente di calcio, di sport e di cultura.

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