Quattro chiacchiere con i registi: Felice V. Bagnato, Gianluca De Martino e il loro film "Due con - La storia dei fratelli Abbagnale"


Questa domenica tornano, nuovamente, gli articoli di approfondimento sul blog Culturalmente Sport. Oggi, in particolare, dopo un periodo più o meno lungo di pausa, vi propongo una bella novità: infatti, per la prima volta inauguro una nuova "rubrica" denominata "Quattro chiacchiere con i registi", in cui vi racconto, attraverso la voce dei registi, i loro film o documentari che trattano di argomenti sportivi e che reputo particolarmente interessanti. 

    Oggi vi parlo dei regist Felice V. Bagnato & Gianluca De Martino, che ho avuto il piacere di intervistare negli scorsi giorni e che lo scorso anno hanno prodotto e distribuito, con l'aiuto di Solaria Film, Peacock Film, RSI Televisione Svizzera e RAI Documentari, il film documentario intitolato "Due con - La storia dei fratelli Abbagnale"

    Questo è un interessantissimo racconto in cui Felice e Gianluca, da sempre appassionati di storie sportive e di riscatto sociale, ci narrano l'incredibile carriera, ricca di soddisfazioni e successi, ma fatta anche di tanti sacrifici e di tanto impegno, dei fratelli Abbagnale, cioè Carmine e Giuseppe. Lo fanno soffermandosi soprattutto sugli aspetti più intimi, personali e meno conosciuti dei due campioni, vere e proprie leggende del canottaggio nostrano, vincitori di ben due ori olimpici, a Los Angeles 1984 e a Seul 1988, di sette titoli mondiali e di tante altre medaglie e gare nella specialità del "due con"

     Il tutto arricchito dalle preziose testimonianze proprio dei due fratelli nati a Pompei, del loro timoniere Giuseppe Di Capua, detto "Peppiniello", ma anche del loro allenatore e zio Giuseppe La Mura, oltre a quelle di appassionati, di dirigenti, di giornalisti, tra cui Riccardo Cucchi e di avversari storici. 

    Ho scelto di porre a Felice e Gianluca, che ringrazio per l'infinita disponibilità, sette domande che potessero descrivere al meglio il loro ultimo documentario, ma anche la loro passione per il canottaggio, le storie sportive e per la settima arte, cioè il cinema.

Qui di seguito vi propongo l'intervista completa.

1) Per iniziare raccontateci brevemente qualcosa della vostra passione per il canottaggio e il cinema, oltre che della vostra attività da registi, sfociata poi anche in questo documentario dedicato ai mitici fratelli Abbagnale. 

Gianluca: 

"Con questo documentario ho provato a unire la passione per il cinema con quella per lo sport. Perché il canottaggio? Perché è un affascinante sport di fatica, in cui scrive la storia metro dopo metro, remando di spalle senza guardare il traguardo". 

Felice

"Io mi sono laureato in Storia e Critica del Cinema e per anni ho lavorato come aiuto regista. Parallelamente ho curato la regia di progetti sia documentari sia fiction che hanno vinto diversi premi. Negli ultimi anni ho lavorato come direttore di produzione e supervising producer per società come Minerva Pictures e Solaria Film, che ha prodotto il documentario."

2) Parlando, invece, del vostro film, intitolato "Due con - La storia dei fratelli Abbagnale", quale è stata l'idea di base dalla quale siete partiti per raccontare la vita di due personaggi leggendari che hanno fatto la storia dello sport italiano? 

Gianluca: 

"L'idea nasce dai ricordi di me bambino, cresciuto nello stesso quartiere di Giuseppe e Carmine Abbagnale, a Messigno, periferia di Pompei. Ho ricordi di feste e cortei per le loro vittorie alla fine degli anni '80. Parlandone con Felice, anche lui tifoso dei "fratelloni" fin da piccolo, abbiamo iniziato a scrivere un soggetto che è diventato documentario. Io sono un giornalista, è stato il mio esordio alla regia."

Felice: 

"L’idea di base nasce dall’intuizione di Gianluca. Stavamo cercando idee per nuovi progetti quando Gianluca (che è dello stesso quartiere dei "Fratelloni" ) mi ha fatto notare la mancanza di documentari che raccontassero con passione la storia dei Fratelli Abbagnale. Gianluca mi raccontò dei suoi ricordi di ragazzino, quando assisteva alle feste di quartiere in onore degli Abbagnale e dei loro trionfi. Anche io avevo dei ricordi simili ai suoi, dei Fratelli Abbagnale e dei loro trionfi, ma vissuti attraverso mio padre che seguiva in tv le loro gare". 

3) Come si sviluppa, quindi, questo documentario, che analizza, la carriera sportiva ma anche la vita degli Abbagnale e del loro timoniere Giuseppe Di Capua? 

"Abbiamo presentato l'idea in primis a Giuseppe Abbagnale, che è presidente della Federazione italiana canottaggio e a suo fratello Carmine. C'è stata qualche titubanza iniziale perché, come raccontiamo anche nel documentario, sono sempre stati schivi nel parlare di sé e delle proprie vite. Considerate che su di loro non c'è mai stato un lungometraggio, eccetto un film TV all'inizio degli anni '90. Questa volta sono stati loro in prima persona a raccontare il dietro le quinte di quei successi: la fatica, il sacrificio, la famiglia, le crisi. Non poteva mancare "Peppiniello" Di Capua, il timoniere, fondamentale sulla barca ma soprattutto fuori dall'acqua grazie alla sua verve."

"A quel punto abbiamo proposto il progetto a Emanuele Nespeca, produttore di Solaria Film, che si è appassionato, ha investito nel progetto e ha trovato soggetti interessati a partecipare, tra cui la società svizzera Peacock Film, RSI, la Regione Campania e il MiC. In particolare durante lo sviluppo del film siamo stati selezionati al festival Visioni Incontra - Visioni dal Mondo. Quell’occasione è stata per noi il vero termometro del valore del progetto, dato che abbiamo potuto presentare l’idea a diversi broadcaster interessati al film, tra cui la Rai."

4) Come ci descrivereste, quindi, la vostra pellicola? Su quali aspetti sportivi, ma anche umani vi siete soffermati di più?

"È un viaggio nella vita di tre campioni e del loro allenatore. Perché non dimentichiamo il ruolo decisivo dello zio mentore Giuseppe La Mura, anch'egli intervistato.. Perché non dimentichiamo il ruolo decisivo dello zio mentore Giuseppe La Mura, anch'egli intervistato. Ci siamo soffermati sull'aspetto umano: la preparazione ai primi mondiali, la paura di non farcela, i momenti in cui, una volta Carmine e una volta Giuseppe, avrebbero voluto mollare tutto e trovare un lavoro. Li abbiamo seguiti da bambini, poi da ragazzi e infine da adulti. C'è un ponte tra il passato e il presente e a sorreggerlo ci sono pilastri fatti di grande umiltà."

"Il nostro film “Due Con” non è solo un documentario sportivo ma è una storia di sacrificio, riscatto e valori. La storia è quella di due sportivi di talento, nel sud Italia che, attraverso le loro forze, il loro impegno e il loro sacrificio sono riusciti a sfidare i grandi colossi dell’epoca. Si tratta di un universale: è Davide che vince su Golia, un esempio di etica personale che porta dentro un messaggio pedagogico importante. Il loro racconto si tinge anche di speranza per il sud. E la speranza è un bene prezioso, quando tutte le altre risorse sono scarse."

5) Pensate che due personaggi così importanti per il canottaggio italiano, vincitori di ben due ori olimpici, siano stati spesso poco celebrati e in parte dimenticati? 

"Il riconoscimento mediatico non è mai mancato. Ci ha colpito, però, che nel 1986, dopo aver vinto già tre mondiali e un oro olimpico, volessero smettere perché senza lavoro. Lo sport è cambiato da allora, soprattutto a livello dilettantistico. Ora ci sono le forze armate che arruolano atleti. Ma personaggi come Giuseppe, Carmine, "Peppiniello" e tanti altri oggi sarebbero ottimi ambasciatori dello sport nella società e nella scuola."

"Non dimentichiamoci poi che nell’Italia degli anni ’80, un periodo di estremo mutamento sociale e culturale, i successi di questi ragazzi del Sud, uniti da un legame di sangue, ebbero il compito di far dimenticare le difficoltà del decennio precedente, segnando un’epoca di spensieratezza e di grande fiducia nel futuro. Tutto questo non è mai stato celebrato ma il ricordo non era sbiadito. Infatti, mentre sviluppavamo il progetto ci siamo accorti di quanto i Fratelli Abbagnale e le loro imprese fossero ancora impressi nelle menti della gente."

6) Raccontateci uno o più aneddoti, esperienze o testimonianze, a cui siete particolarmente legati o che vi hanno particolarmente colpito durante la realizzazione di questo documentario. E perché? 

"Gli aneddoti più divertenti sono legati ai litigi tra i due fratelli. Sia La Mura che"Peppiniello" si sono divertiti a raccontarci il carattere difficile di Giuseppe e le reazioni del fratello minore Carmine. Nel giorno della reunion abbiamo visto i loro occhi lucidi. È stato un bel momento, ci siamo sentiti un po' anche noi parte dell'equipaggio."

"Ci ha colpito il personaggio di Carmine Abbagnale, tra i tanti. Perché Carmine è sempre stato quello schivo, di poche parole. Carmine in questo film, per sua stessa ammissione, ha avuto la possibilità di parlare per la prima volta, di esprimersi, di dire cose che non aveva mai detto prima. Per la prima volta si è visto l’uomo che si metteva a nudo e non lo sportivo."

"Infine Giuseppe La Mura è stata una grande rivelazione. Lo stratega dietro il successo degli Abbagnale. Da vero uomo del sud, convinto delle sue azioni fino alla fine, anche quando tutti erano contro di lui, anche quando nessuno avrebbe puntato sugli Abbagnale lui era lì e la storia gli ha dato ragione."

7) Progetti futuri? Sempre legati a qualche documentario sportivo o al mondo cinematografico in generale? Se potete e volete dircelo naturalmente.

"Il documentario sportivo è nei nostri piani, ci stiamo documentando su alcune storie che, come nel caso degli Abbagnale, raccontino il sacrificio e la periferia. Questa volta guardiamo anche al Nord. Al momento stiamo raccogliendo materiale e vagliando le opportunità di sviluppo e chissà se questo proposito potrà realizzarsi già nel 2023. Intanto, “Due Con” sarà presto di nuovo in tv. L’appuntamento è per domenica 12 febbraio 2023 alle 15.00 su Rai 3."

Ringrazio ancora una volta Felice e Gianluca per la loro grande disponibilità e simpatia, gli auguro, quindi, un grande in bocca al lupo per il loro bellissimo film e per i loro prossimi lavori, nella speranza che anche in futuro potremmo ritrovarci a parlare nuovamente di canottaggio, di sport, di film e di cultura. 

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