Quattro chiacchiere con gli scrittori: Francesco Rago e il suo libro "Il nero dipinto di blu. Romanzo interista"


    Questa domenica tornano gli articoli di approfondimento sul blog Culturalmente Sport. Oggi, in particolare, dopo un periodo molto prolungato di pausa, torna la famosa "rubrica" denominata "Quattro chiacchiere con gli scrittori", con cui vi racconto, attraverso la voce degli autori, i loro libri e racconti che trattano di argomenti sportivi e che reputo particolarmente interessanti. 

    Oggi vi parlo dello sport writer e scrittore Francresco Rago, che ho avuto il piacere di intervistare negli scorsi giorni e che recentemente ha pubblicato, con l'editore Ultra Edzioni, il libro intitolato "Il nero dipinto di blu. Romanzo interista"

    Questo è un interessantissimo racconto in cui Rago, da sempre supporter dell'Inter FC, ci narra, attraverso la sua personale rivisitazione e analisi da tifoso sfegatato, compresa di immense gioie e grandi vittorie, ma anche di tanti dolori e cocenti delusioni, proprio gli ultimi quarant'anni della storia calcistica del club nerazzurro e dei suoi più grandi calciatori. Questo è uno dei più titolati in Italia e nel mondo, capace di vincere tra i tanti trofei per ben 19 volte la Serie A e per 3 volte la Champions League, oltre al famoso "Triplete" del 2010, ottenuto conquistando la Coppa dei Campioni, lo scudetto e la Coppa Italia nella stessa stagione, unico club nostrano a riuscirci. 

    Ho scelto di porre a Francesco, che ringrazio per l'infinita disponibilità, 6 domande che potessero descrivere al meglio il suo ultimo libro, ma anche la sua passione per la scrittura e il suo lavoro di football writer, ma anche per il calcio e per il club nerazzurro.

Qui di seguito vi propongo l'intervista completa.

    1) Per iniziare raccontarci brevemente qualcosa della tua passione per la scrittura, di questa attività di sport writer, sfociata poi in questo libro dedicato alla tua squadra del cuore. 

Ormai da diversi anni coltivo la passione per la scrittura creativa, ho all’attivo alcuni romanzi e diversi racconti sparsi tra riviste e antologie. Essendo poi io un malato di calcio, ho pensato che sarebbe stato bello usare la mia penna per raccontare una storia legata alla squadra per cui faccio un tifo sfegatato da sempre. Tra l’altro all’inizio degli anni 2000 (quando non c’erano ancora i social) avevo un blog intitolato “Il nero dipinto di blu” dove parlavo appunto di Inter. Il libro è stata un po’ l’evoluzione di quel progetto frammentario e incompiuto che era il blog.

    2) Parlando, invece, del tuo primo libro a tema sportivo, intitolato "Il nero dipinto di blu. Romanzo interista", quale è stata l'idea di base dalla quale sei partito per raccontare una parte della storia di uno dei club calcistici più importanti d'Italia e del mondo, cioè l'Inter FC? 

L’idea vera e propria del libro nasce nell’estate del 2012, quando a soli due anni di distanza dallo storico "Triplete  cominciavano a evidenziarsi quelle macerie che ci avrebbero accompagnati poi negli anni a venire. Ripercorrere quello che ha rappresentato per me l’Inter, stagione dopo stagione, farlo alla maniera di un romanzo (mettendoci la passione e il sentimento di un tifoso) mi sembrava un bel modo per comunicare il significato della fede calcistica.

    3) Come nasce, quindi, questo amore per i colori nerazzurri, questa grande passione e questo tuo tifo sfegatato per la squadra di Milano, che è poi sostanzialmente l'argomento portante del tuo libro? 

Ero piccolo, eppure ricordo come fosse ieri che mi trovavo a casa di un amichetto del cortile un po’ più grande, che a un certo punto mi dice: «Vuoi sapere quel è la squadra più forte del mondo?»

Io ho annuito e lui ha risposto «L’Inter».

Poi pochi giorni dopo, ottobre 1984, c’è stata la sforbiciata volante del Kalle Rummenigge (quella contro i Rangers, annullata sciaguratamente dall’arbitro): è stata una folgorazione. Non a caso il libro si apre così. Questa è la mia prima immagine interista.

    4) Come ci descriveresti il tuo racconto? Su quali aspetti sportivi e della storia interista ti sei soffermato di più?

Il mio è un racconto a metà tra il saggio e il romanzo: certo ci sono i numeri, le partite e le statistiche, poi però c’è il cuore che rende la narrazione più calda e in certi passaggi la trasforma proprio un romanzo. Dal punto di vista della cronaca sportiva ho cercato di riassumere tutto quello che è successo a partire dal 1984 fino al 22 maggio scorso (ultima di campionato).

    5) Raccontaci uno o più episodi che ti legano all'Inter: una o più partite, un giocatore o più giocatori a cui sei particolarmente legato? E perché? 

Sarà banale dirlo ma la finale di Champions del 2010 è stata una libidine infinita, una sorta di apoteosi personale e collettiva. Ricordo che per i giorni a seguire mi sono sentito in pace con il mondo. Però l’Inter dello scudetto dei record ‘88/’89 è quella a cui sono emotivamente più legato. Ho adorato Lothar Matthäus come fosse una divinità, avrei voluto che fosse rimasto con noi per sempre. Poi nel 1997 è sbarcato a Milano un extraterrestre di nome Ronaldo, con lui in campo avevamo la sensazione che da un momento all’altro potesse succedere qualcosa di magico. È stata una grande storia d’amore, purtroppo finita male.

Ho pianto dopo gli addii di Zenga, Zanetti e Cambiasso. 

6) Progetti futuri? Sempre legati alla scrittura o alla tua squadra preferita? Se puoi e vuoi dircelo naturalmente.

Sinceramente non ho ancora un progetto definito, mi piacerebbe però scrivere la biografia di un calciatore interista del passato. Ho in mente un nome preciso, ma per ora lo tengo per me. Chissà…

Ringrazio ancora una volta Francesco per la sua grande disponibilità e simpatia, gli auguro, quindi, un grande in bocca al lupo per il suo nuovo libro e per i suoi prossimi lavori, nella speranza che anche in futuro potremmo ritrovarci a parlare nuovamente di calcio, di sport e di cultura.

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