Quattro chiacchiere con gli scrittori: Luigi Di Maso e il libro di Crampi Sportivi "Underdog. Storie di sfavoriti e altre favole meravigliose"

  
   
 Questa domenica tornano gli articoli di approfondimento sul blog Culturalmente Sport. Oggi in particolare vi ripropongo una "rubrica" a cui tengo molto e che già in passato vi ha tenuto compagnia già diverse volte. Si tratta di "Quattro chiacchiere con gli scrittori", con cui voglio raccontare, attraverso la voce degli autori, i loro libri e racconti che trattano di argomenti sportivi e che reputo particolarmente interessanti. 

    Oggi vi parlo del giornalista sportivo e fondatore della community social Crampi Sportivi (insieme a Matteo Munno & Marco Munno), Luigi Di Maso, che ho avuto il piacere di intervistare negli scorsi giorni e che, il giorno 9 dicembre, ha pubblicato, con l'editore Battaglia Edizioni, il primo libro della sua community intitolato "Underdog. Storie di sfavoriti e altre favole meravigliose"Continua, quindi, la nostra collaborazione con l'editore imolese che Culturalmente Sport vuole ringraziare per questa ennesima opportunità fornitaci. 

    Tornando al libro, questo è un interessantissima antologia in cui gli autori narrano dodici "favole" meravigliose di atleti o squadre che ce l'hanno fatta a conquistare un grande traguardo, nonostante lo scettiscismo iniziale, andando oltre le più rosee aspettative. Il volume raggruppa, infatti, le storie di quelli o quelle che potremmo definire coloro che non arrivano alla vittoria o che ci arrivano nonostante l’incostanza, riuscendo ad inserire, nello stupore generale, il loro nome nell'albo d'oro dei vincitori.  Questi sono gli "underdog" appunto, a cui si rifà anche il titolo del libro, cioè gli eterni sfavoriti. Vi si trovano quindi, tra le tante, le incredibili cavalcate del Kaiserslautern di Otto Rehhagel e del Leicester di Claudio Ranieri, ma anche le imprese del tennista Goran Ivanišević e del ciclista Greg LeMond, oltre al magnifico exploit dei Villanova Wildcats.

    Ho scelto di porre a Luigi, che ringrazio per l'infinita disponibilità, domande che potessero descrivere al meglio il suo ultimo libro e il progetto Crampi Sportivi, ma anche la sua passione per la scrittura, per lo sport, in particolare il calcio e le sue meravigliose storie.

Qui di seguito vi propongo l'intervista completa.

Per iniziare raccontarci brevemente qualcosa della tua passione per la scrittura, di questa attività di sport writer e giornalista, sfociata poi nella creazione (insieme a Matteo e Marco Munno) di Crampi Sportivi. 

Come spesso capita, la famiglia influenza, nell’accezione positiva del termine, le nostre passioni. Per me è stato così con il calcio, amore che indirettamente mi ha trasmesso mio padre regalandomi un pallone quando avevo 4 anni. Lo trovai sul letto e ricordo ancora benissimo quella mattina e la sensazione al risveglio. 

Volevo far entrare il calcio in ogni istante della mia vita e così iniziai a divorare tutò ciò che parlava di calcio. L’amore per la scrittura sportiva e più in particolare per il mondo della comunicazione sportiva è nato così, fino a diventare un lavoro, anzi un privilegio. 

L’episodio di innamoramento è diverso per ognuno di noi, ma le dinamiche che fanno diventare la passione un amore ardente, sono le stesse per Matteo e Marco che hanno curato il libro con me, ma anche per tutti gli autori che hanno contribuito. Siamo malati di sport e di scrittura, non a caso in Italia si chiama tifo. 

Parlando, invece, del vostro primo libro, intitolato "Underdog. Storie di sfavoriti e altre favole meravigliose", quale è stata l'idea di base dalla quale siete partiti per raccontare le storie di atleti o squadre, in cui nessuno all'inizio credeva e che poi, invece, hanno vinto e stupito tutti? 

Tutti parlano dei fenomeni che hanno saputo consacrarsi e rimanere al top per decenni. A tutti piacciono le storie vincenti, anche a noi, ma specialmente se la storia vincente è costruita contro i favori del pronostico.

Avversità, sacrifico e serendipità fanno parte del nostro quotidiano e della gestione di un progetto totalmente fondato sul nostro tempo libero e la passione. Troppo facile raccontare le storie più blasonate, con Underdog ci è piaciuto anche scavare nel passato e mettere su un libro da vivere come un opera teatrale in cui il vero protagonista è l’emozione del lettore.  

Come nasce, quindi, questo interesse per le storie e le favole di questi atleti "underdog" e queste squadre "atipiche", che sono sostanzialmente l'argomento portante del vostro libro? 

Quando Lorenzo Battaglia (ndr il direttore e fondatore della casa editrice Battaglia Edizioni) il ci ha proposto l’idea di un libro insieme non abbiamo avuto quasi nessuna esitazione sull’argomento o comunque quello che sarebbe stato o spirito del libro. Siamo sempre stati affascinati dalle storie improbabili diventate imprese, così è sempre stato anche sul nostro magazine.

Abbiamo voluto quindi dare spazio “agli esclusi dell’emittente”, gli underdog, quelli che non ricevono mai i favori del pronostico ma che ce l’hanno fatta. Proprio per questo però, squadre come il Kaiserslautern o Nazionali come la Grecia, sono state consegnate alla leggenda esclusivamente per l’impresa e la loro narrazione è circoscritta al passato. Oltre a sentirci degli underdog come progetto e come penne, volevamo dare lustro a imprese nate davvero da zero. 

Avete mai avuto l'occasione di conoscere o parlare, per il libro stesso o al di fuori di questo progetto, con alcuni dei protagonisti di questi racconti così particolari, ma allo stesso tempo tanto affascinanti? 

Gran parte dei nostri racconti hanno come protagonisti personaggi stranieri e appartenenti ad un passato non proprio dietro l’angolo. Ad esempio, i protagonisti principali della prima storia, quella dedicata al Nottingham sono praticamente venuti a mancare. 

Avevano provato a contattare il mister Claudio Ranieri ma la chiamata inglese dell’ultimo periodo ha reso difficile l’impresa. Siamo abbastanza sicuri che alcuni dei protagonisti del libro però riceveranno e leggeranno le storie😊 

Progetti futuri? Sempre legati a Crampi Sportivi magari? Se puoi e vuoi dircelo naturalmente. 

Più che progetti nuovi, ciò che ci impegnerà nei prossimi mesi sarà proprio la promozione del libro. Tra le idee c’è anche quella di presentare il libro insieme ad alcuni club che per la propria storia possono essere definiti underdog, anche club di provincia. Ci piacerebbe per continuare ad estendere il concetto di underdog espresso nel libro, oltre che per tornare a pieno regime ad eventi in presenza e non solo in digitale. 

Ringrazio ancora una volta Luigi e tutti i ragazzi di Crampi Sportivi per la loro grande disponibilità e gli auguro un grande in bocca al lupo per il loro nuovo libro e per i loro prossimi lavori, nella speranza che anche in futuro potremmo ritrovarci a parlare nuovamente di sport o dei loro scritti.

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