Quattro chiacchiere con gli scrittori: Luig Della Penna e il suo libro "Paul Scholes. L'eroe silenzioso"

    Quest'oggi tornano gli articoli di approfondimento sul blog CulturalmenteSport. Oggi in particolare vi ripropongo una "rubrica" a cui tengo molto e che già in passato vi ha tenuto compagnia già diverse volte. Si tratta di "Quattro chiacchiere con gli scrittori", con cui voglio raccontare, attraverso la voce degli autori, i loro libri e racconti che trattano di argomenti sportivi e che reputo particolarmente interessanti. 

    Quest'oggi vi parlo nuovamente dello scrittore e football writer, Luigi Della Penna, un caro amico di Culturalmente Sport, che ho avuto il piacere di intervistare nuovamente nei giorni scorsi e con cui recentemente abbiamo dato vita alla prima diretta social di questa community. Luigi ha recentemente pubblicato, con l'editore Urbone Publishing, il suo secondo libro intitolato "Paul Scholes. L'eroe silenzioso". Si tratta di un interessantissimo racconto, ricco di ricordi, aneddoti, testimonianze e storie, sul centrocampista inglese, vera e propria bandiera della squadra, di Premier League, del Manchester United, Paul Scholes.

    Il racconto, infatti, parla proprio della carriera e della vita ex centrocampista e vice allenatore della squadra dei Red Devils, nato a Salford, nel Greater Manchester, regione del nord ovest dell'Inghilterra. Scholes è stato un giocatore dello United, con cui ha giocato dal 1993 al 2013 e vinto ben 11 Premier League, 7 Community Shiled e 2 Champions League, oltre a tanti altri importanti e prestigiosi trofei. Un calciatore forse troppo spesso sottovaluto, ma di fondamentale importanza per le vittorie del Manchester di Sir Alex Ferguson, questo perché era un centrocampista completo, dotato di grande quantità e qualità, caratteristiche che Della Penna ben ci descrive nel suo libro, raccontado "Silent Hero", questo il suo soprannome, con passione ed entusiasmo.

    Ho scelto di porre a Luigi, che ringrazio per l'infinita disponibilità, sei domande che potessero descrivere al meglio il suo ultimo libro e il suo interesse per il Manchester United, in particolare per Schooles, ma anche la sua passione per la scrittura, per il calcio e per le sue grandi storie, in particolare per quelle inerenti proprio i calciatori "meno in vista" del calcio internazionale.

Qui di seguito vi propongo l'intervista completa.

1) Eccoci nuovamente qui Luigi, dopo l'ultima volta in cui ci hai parlato del tuo primo libro "Il romanzo del Mudo". In quella occasione ci hai detto alcune cose di te: ti va di raccontarci brevemente, anche per i nuovi follower del blog, nuovamente qualcosa della tua passione per la scrittura e di questa attività di football writer, sfociata poi nella pubblicazione di due racconti così interessanti su due campioni del passato? 

Sono un ragazzo di 25 anni e scrivo da quando ne ho 20. Nel corso del tempo ho scritto per diversi siti, nazionali e locali, adesso collaboro con " Sottoporta" e " Sportellate". Credo che la letteratura sportiva sia uno dei generi più sottovalutati e denigrati che ci siano, come se il racconto di un evento che tiene alta l'attenzione di milioni di persone non meritasse troppa importanza. Nel mio piccolo cerco, quindi, di costruire racconti dettagliati e che diano il giusto tributo alle parti prese in considerazioni. Paura, euforia, gioia, terrore, rabbia: sport. 

2) Parlando, invece, del tuo nuovo libro, intitolato "Paul Scholes. L'eroe silenzioso", quale è stata l'idea di base dalla quale sei partito per raccontare la storia di uno dei giocatori più importanti della storia del Manchester United? 

Innanzitutto, volevo dedicare un libro ad un giocatore del Manchester United, uno dei club che maggiormente ha formato il mio gusto calcistico. Ho scelto Paul Scholes perché troppe volte è stato preso in considerazione meno di quanto meritasse. Ho impostato, allora, il mio racconto in maniera tale da metterlo spesso in secondo piano, salvo far intendere, in diversi punti, la sua importanza. Senza di lui in cabina di regia, lo United non sarebbe stato così forte. 

3) Come nasce, quindi, questa passione per il calcio inglese, per lo United, ma più in particolare per" Silent Hero", cioè il protagonista del tuo libro? 

Ho sempre ammirato il calcio inglese grazie a formazioni come lo United, il Chelsea di Mourinho, l'Arsenal di Wenger in panchina e Henry in campo, il Liverpool di capitan Gerrard. Squadre come quelle di metà anni Duemila mi affascinano per la classe e la forza dirompente espresse, qualità alle quali vanno aggiunti giocatori come Giggs, Drogba, Henry, Gerrard. Ho sempre ammirato Scholes, ma io stesso ho imparato ad aprezzare, davvero, solo con il tempo e, personalmente, ho cominciato ad apprezzare e scorgere dettagli ai quali prima non facevo affatto caso. Scholes è il principe dei dettagli

4) Come ci descriverti il tuo racconto? Su quale aspetti della vita e della carriera dell'ex giocatore ma anche vice allenatore dei Red Devils ti sei soffermato di più?

Ho lavorato sulla stessa linea assunta con " Il romanzo del Mudo", ovvero la biografia non canonica, ma una sorta di raccolta di fotogrammi emozionali, come ho già fatto con il precedente libro. Ho cercato di approfondire la sua crescita, in quanto uomo e calciatore, oltre alle grandi vittorie del 1999 e del 2008, senza tralasciare l'addio, doppio, alla maglia dello United. Spero di essere riuscito nell'intento di raccontare un esponente così fondamentale per il gioco del football. 

5) Hai mai avuto l'occasione di vedere una partita del Manchester Utd o di Premier League dal vivo? 

Purtroppo, al momento non ho mai varcato i confini nazionali per assistere ad un evento sportivo. Da diversi anni ho progettato di fare un bel tour degli stadi inglesi. Old Trafford è sicuramente tra questi. 

6) Progetti futuri? Sempre con Urbone Publishing? Dopo "Il Mudo" e "L'eroe silenzioso" di quali altri campioni vuoi parlarci? Se puoi e vuoi dircelo naturalmente. 

Ho cominciato a scrivere un nuovo libro, questa volta dedicato ad Enzo Francescoli, il Principe che ispirò Zidane. Poi, mi piacerebbe scrivere un altro libro sul calcio e, successivamente, dedicarmi ad altri generi. Ho una gran voglia di aprire i miei orizzonti su altri "mondi", anche se la letteratura sportiva non la lascio di certo.

Ringrazio ancora una volta Luigi per la sua grande disponibilità e gli auguro un grande in bocca al lupo per il suo nuovo libro e per i prossimi lavori, nella speranza che anche in futuro potremmo ritrovarci a parlare nuovamente di calcio o dei suoi scritti.

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