L'Atalanta e le "sue sorelle": la Roma e le sue origini dal mito di Romolo e Remo


Lo stemma della Roma, con i colori giallorossi, raffigurarante la Lupa che allatta Romolo e Remo e la Lupa capitolina, uno dei simboli della "Città eterna", conservata nei Musei Capitolini di Roma. 

Ormai due settimane fa, seguendo il filo logico iniziato con l'Atalanta e proseguito con l'Ajax, l'Olympiakos, la Lazio, l'Hellas Verona, vi ho parlato delle origini rodio-cretesi dell'Akragas, la principale squadra della città di Agrigento, soffermandomi sul motivo per il quale i fondatori della compagine siciliana avevano scelto proprio quel nome per chiamare la loro squadra, ispirandosi all'antico nome greco della "Città dei Templi". Oggi voglio restare ancora in Italia e parlavi delle origini latine, dell'altra squadra, non ancora analizzata, della Capitale della nostra Italia: la Roma

L'Associazione Sportiva Roma, questo il nome completo della squadra capitolina, nacque ufficialmente nel 1927 dalla fusione di tre storici club calcistici romani già preesistenti: la US Alba Audace, la SF Fortitudo Pro Roma e la FBC di Roman. Due di queste tre squadre, l'Alba e la Fortitudo, a loro volta si erano già unite con altre due compagini, rispettivamente il Club Sportivo Audace Roma e la SS Pro Roma, l'anno precedente.

La decisione di fondere queste tre società in un'unica realtà venne presa per volere dell'allora segretario della federazione romana del Partito Nazionale Fascista, Italo Foschi, che era anche membro del CONI e presidente del club Fortitudo Pro Roma. Costui fu anche appoggiato in questa iniziativa dall'onorevole Ulisse Igliori, all'epoca membro del Consiglio nazionale del Partito Nazionale Fascista e presidente della squadra dell'Alba Audace. Si voleva, infatti, formare una squadra sportiva che avesse il nome della città di Roma e che potesse ambire a diversi risultati di prestigio nel calcio professionistico, fino a quel momento dominato dalle compagini del Nord Italia. A questo comunicato seguirono, però, diversi giorni di polemica sulla mancata fusione, dovuta a motivi di interesse economico, tra quella che sarà poi la storica rivale del nuovo sodalizio, cioè la Lazio e la Fortitudo. Vi furono, infatti, diversi scambi di lettere aperte sui giornali tra Italo Foschi e Giorgio Vaccaro, il gerarca fascista vice presidente del club biancoceleste che si oppose all'entrata della sua squadra nella nuova società. 

Per quanto riguarda la data di nascita ufficiale della Roma, questa è stata a lungo discussa. 
La società riconosce, infatti, come giorno di fondazione il 7 giugno 1927, basandosi sugli articoli pubblicati, nelle giornate seguenti, da testate nazionali come Il Messaggero, La Tribuna, oltre che dalla redazione dell'atto costitutivo del nuovo club a opera dei massimi dirigenti di Alba, Fortitudo e Roman avvenuta in quel giorno preciso di giugno. Il documento ufficiale, però, andò in seguito perduto e venne ratificato da un notaio solo un mese dopo: esattamente l'11 luglio. Numerose fonti indicano, invece, come data di nascita vera e propria il 22 luglio 1927, poiché in tale giornata ci fu la stipula, da parte di Foschi, del documento più antico ancora in possesso del club giallorosso: l'Ordine del Giorno n. 1, nel quale vi sono scritte le norme esecutive per la costituzione del club e vi è definito un vero e proprio organigramma societario.

I colori scelti per la nuova squadra furono il giallo oro e il rosso porpora, gli stessi della "vecchia" società Roman, ma anche quelli che storicamente rappresentano la città di Roma e sono presenti anche sul gonfalone del Campidoglio. Questi colori, secondo la tradizione, simboleggiano il Sole e il dio Marte. 

Come simbolo, invece, fu adottata la famosa lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo, figli della vestale (cioè colei che era una sacerdotessa della dea Vesta) Rea Silva e del dio Marte. I due bambini, secondo il mito della fondazione della capitale italiana, furono abbandonati in una cesta nel fiume Tevere da due servi, dopo che la madre era stata seppellita viva per ordine dello zio di Rea Silva, tale Amulio, che l'aveva precedentemente costretta a diventare sacerdotessa, sperando che non potesse avere eredi. Amulio, infatti, aveva, dapprima, usurpato anche il trono del padre della vestale, Numitore, re di Alba Longa e fatto uccidere i suoi figli maschi per poter essere sicuro di poter regnare senza ulteriori problemi. Fu proprio uno dei due gemelli, Romolo, dopo aver ucciso Amulio e aver riconsegnato il trono di Alba a Numitore ad avere la facoltà di fondare la nuova città di Roma. Costui divenne anche il primo re di questa, dopo aver eliminato il fratello gemello Remo, che aveva osato scavalcare il pomerium, cioè il solco sacro che stabiliva i confini della neo nata Capitale, attirandosi così le ire del fratello, che non poté fare a meno di ucciderlo per aver violato le leggi della sua città. L'emblema della squadra, uno scudo bipartito rosso-oro sormontato dalla lupa capitolina, comprende ancora oggi tutti questi elementi.

Il primo presidente fu proprio Italo Foschi, il quale però dovette abbandonare la carica dopo un solo anno perché nominato membro del direttorio federale dello Spezia. L'incarico fu così lasciato a Renato Sacerdoti, industriale del settore alimentare. La prima sede societaria fu posta nel rione di Campo Marzio, in Via degli Uffici del Vicario 35, dove vi erano stati anche gli uffici del Roman e dove era stato stilato l'ordine del giorno del 22 luglio. Il ruolo di amministratore delegato fu, invece, affidato ad Ulisse Igliori.

Nei primi due anni la Roma giocò provvisoriamente al Motovelodromo Appio, fino a quando non venne costruito un nuovo stadio, il Campo Testaccio, dove la squadra si trasferì nel 1930. Per formare la nuova rosa della neonata squadra furono, invece, ingaggiati i migliori calciatori delle tre precedenti formazioni. La Fortitudo fu la squadra che fornì il maggior numero di giocatori e tra questi vi fu anche il primo capitano Attilio Ferraris IV. Come allenatore fu, invece, scelto l'inglese William Garbutt, che aveva vinto tantissimo alla guida del Genoa.

Il 16 ed il 17 luglio vi furono poi i debutti ufficiali della nuova compagine: la Roma giocò infatti due partite contro gli ungheresi dell'Újpest FC, uno dei club della capitale Budapest. La prima partita fu disputata dalle riserve dei due club e finì in pareggio, mentre la seconda fu giocata dalle prime squadre e fu vinta dalla Roma per 2-1.

La squadra giallorossa fu poi la prima squadra della Capitale a vincere lo scudetto, nel 1941-42, grazie soprattutto alle reti del suo bomber Amedeo Amadei, dimostrando che l'intuizione di Foschi non era stata poi così sbagliata. Nel corso degli anni successivi il club romano fece, però, parecchia fatica a riaffermarsi ai vertici, ma conquistò comunque altri due scudetti, nel 1983 e nel 2001, portando in alto il nome della città di Roma, soprattutto negli anni '80. Inoltre conquistò anche per nove volte la Coppa Italia e per due volte la Supercoppa Italiana. Fra i giocatori più rappresentantivi del club non si può non citare Francesco Totti, uno dei migliori giocatori del calcio italiano, che è stato la storica bandiera della Roma per 19 stagioni, oltre che capitano, dedicando la sua intera carriera ai colori giallorossi. Una storia, quella del club capitolino, fatta di grandi successi e affermazioni, ma anche di sconfitte e delusioni cocenti, che però non hanno mai scalfito l'amore dei suoi tifosi e di cui i suoi fondatori saranno sicuramente orgogliosi. 

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