ll Mio Amico Eric: il campione Cantona come "guida positiva" della vita

(corriere.it)

Oggi voglio parlarvi di un film dedicato al mondo del calcio e in particolare ad uno storico giocatore del Manchester United. È un po' datato, è uscito, infatti, nel 2009, ma secondo me merita di essere ricordato anche ai nostri giorni, non solo per le emozioni che può trasmettere ai suoi spettatori, ma anche per il messaggio di solidarietà che lascia.

Il suo titolo è Il Mio Amico Eric (Looking for Eric)diretto da Ken Loach, vincitore per due volte della Palma d'oro al Festival di Cannes nel 2006 e nel 2016, rispettivamente per i film Il Vento che accarezza l'erba e Io, Daniel Blake, oltre al Pardo d'onore nel 2003 e al Leone d'oro alla carriera nel 1994. La pellicola, uscita appunto undici anni fa e distribuita in Italia da BiM Distribuzione, è tratta da un'idea originale di uno dei protagonisti il campione francese Éric Cantona, un calciatore dalla forte personalità, vero e proprio leader in campo nei suo anni ai red devils, ma spesso anche criticato per i suoi atteggiamenti fuori dall'ordinario. La sceneggiatura, invece, è di Paul Laverty

Questo è il primo film in cui il famoso regista Loach usa una figura soprannaturale (che come vi dirò più avanti sarà incarnato dal calciatore Cantona), visto che solitamente i suoi lungometraggi raccontano la vita in modo documentaristico. È stato insignito al Festival di Cannes, dove è stato presentato per la prima volta, con il premio della giuria ecumenica, mentre uno degli attori, John Henshav, ha ricevuto il premio come miglior attore non protagonista ai British Indipendent Film Awards. Inoltre ha vinto anche il riconoscimento come miglior film straniero in coproduzione al Premio Magritte nel 2011.  

La storia si svolge a Manchester, dove il protagonista Eric Bishop (Steve Evets), un uomo di mezza età che lavora come postino nelle poste britanniche, si trova a dover fare i conti con alcune problematiche esistenziali. La sua vita, infatti, va molto male, a cominciare dal difficile rapporto con i due figliastri, Ryan (Gerard Kearns) e Jess (Stephan Cumbs), che la sua seconda moglie Chrissie gli ha lasciato in custodia. Come se non bastasse il passato lo tormenta, soprattutto il ricordo della prima moglie Lily (Stephanie Bishop), di cui è ancora innamorato e che trent'anni prima aveva lasciato in preda al panico dopo aver saputo dell'imminente nascita della sua primo genita Jess (Lucy-Jo Hudson). La sua unica valvola di sfogo è così il calcio, soprattutto il Manchester United, la squadra di cui Eric è un accanito tifoso e che è stata in passato anche la compagine del suo più grande idolo, il già citato Éric Cantona (interpretato nel film proprio da lui stesso).

Quando la figlia Jess, che nonostante tutto conserva un ottimo rapporto con lui, gli chiede di occuparsi di sua figlia almeno un'ora al giorno, per completare gli studi il prima possibile, il nostro Eric dovrà fare i conti con il suo passato: sarà costretto, infatti, rivedere il suo grande amore Lily, che non ha mai avuto il coraggio di incontrare dopo la sua "fuga", la quale gli consegnerà ogni giorno la nipote. Un problema che si aggiunge a quelli già presenti e che dovrà per forza di cose essere affrontato. Come però? Questa è la domanda che si pone il protagonista del racconto. 

"Non sono un uomo, sono Cantona". Una delle frasi storiche 
pronunciate dal campione francese nel corso del film.

Ecco allora che, in questo momento complicato, arriva in suo soccorso proprio il suo idolo: quell'Éric Cantona, che rappresenta un esempio di vita e determinazione per il suo omonimo Eric. Una sera, infatti, quando il nostro amico si lascia andare, chiuso nella sua stanza, alla disperazione più totale e in preda ad alcune allucinazioni, dovute anche all'uso di erba, rubata di nascosto al figlio, si rivolge al poster a grandezza naturale del campionissimo dello United, che d'improvviso si materializza davanti a lui, come per magia, disposto ad aiutarlo per dare una svolta alla vita del suo fan più sfegatato. Sarà proprio il calciatore francese, infatti, a spronare Bishop a riavvicinarsi al suo amore perduto Lily e a rimettere insieme "i cocci" della sua vita. Cantona gli darà una mano anche nel soccorrere il figlio Ryan, che nel frattempo era finito in un brutto giro d'affari con un losco individuo di nome Zac, convincendolo a chiedere aiuto ai suoi colleghi e agli amici tifosi. Tra questi vi sarà il capo dei postini cui Meatballs (il premiato John Henshav), che architetterà insieme ad Eric l' "Operazione Cantona" per soccorrere una volta per tutte il figlio.

Una pellicola matura, che alterna momenti comici e drammatici, senza però risultare pesante e ridondante, anzi riesce a fondere questi due aspetti in modo impeccabile, regalando emozioni contrastanti e momenti di pura commozione e sentimentalismo. Il tutto sotto l'attenta regia di Loach, che gestisce la "figura fantastica" di Cantona nel modo migliore possibile, facendo diventare il calciatore un vero e proprio punto di riferimento per il protagonista, una vera e propria guida "spirituale". Il campione di Marsiglia, infatti, non è solo un saggio lontano dalla vita reale che dispensa consigli sull'esistenza umana senza capire come va davvero la vita, ma è anche un uomo comune che riesce a capire le problematiche di tutti i giorni e si immedesima completamente nel protagonista Eric.  Lo tratta come un suo pari egli rivolge, a seconda delle situazioni, parole di conforto ma anche dure critiche sul suo modi di affrontare l'esistenza, cercando di fargli capire come affrontare davvero i suoi problemi. Cantona diventa, così, un "mito positivo" capace di aiutare il prossimo e migliorarlo, discostandosi dalla figura del mito, che troppo spesso ci viene propinata: un personaggio lontano dalla realtà comune che vive nella sua "bolla" dorata senza pensare agli altri.

Il film diventa, quindi, una storia di vita vera, comune, con tutti i problemi del caso e le situazioni difficili da affrontare, nel quale molti di noi possono immedesimarsi, consigliatissima chiunque sappia emozionarsi ancora per le cose di tutti i giorni. Una storia che ci regala anche amore, riscatto, entusiasmo e momenti di solidarietà, oltre ad un lieto fine che non guasta mai. Tutti elementi che la nostra esistenza può regalarci se la viviamo nel modo giusto, affrontandola nel modo migliore possibile, senza abbatterci mai, anche di fronte a quella che ci sembra una montagna troppo alta da scalare, pure senza l'aiuto di una figura fantastica al nostro fianco, ma con il sostegno delle persone che ci circondano e con la nostra forza di volontà. Una storia di speranza, solidarietà umana e riscatto sociale che ben coincide con quella che può essere lo svolgimento di una partita di calcio, nella quale fino all'ultimo secondo tutto può cambiare e anche un piccolo Davide può sconfiggere il gigante Golia.

Di seguito il trailer del film in lingua italiana.


Bibliografia e sitografia:

- Wikipedia.org
- Il mio amico Eric, di Ken Loach, 2009

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