Gian Pieretti: il Giro d'Italia in musica

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Marco Pantani e Pavel Tonkov, basterebbero questi due nomi per descrivere il Giro d'Italia del 1998, vinto poi da quello straordinario corridore che era Il Pirata, un campione che gli dei del ciclismo hanno, però, deciso di portarci via troppo presto. Per me, poi, nato negli anni '90 e che in quell'anno mi affacciavo per la prima volta al mondo del ciclismo, per merito di mio padre, che mi spiegava pazientemente questo fantastico sport e per le interminabili dirette di Rai Tre, sarà per sempre il "Giro" più memorabile. Rappresenta, infatti, il mio primo nitido ricordo di biciclette e di corridori, come lo sfortunato Zulle e il "giovane" Fagnini, che si arrampicavano veloci sulle salite più dure o il Re Leone Cipollini e il suo rivale Martinello, che sfrecciavano rapidamente in sella alle loro bici per arrivare primi al traguardo dopo volate testa a testa. Senza dimenticare i due grandi protagonisti, citati all'inizio, che con il loro duello all'ultimo respiro mi fecero innamorare delle due ruote di una bicicletta.

Di quella 81° "Corsa Rosa" ricordo anche una canzone, che spesso passa nella mia mente quando scavo nella mia memoria di bambino e rivedo Pantani in Maglia Rosa che alza le braccia al cielo sul Plan di Montecampione: una canzone che mi evoca sempre ricordi felici. Fra poco passa il Giro di Gian Pieretti fu la memorabile sigla della trasmissione Il Processo alla Tappa, che proprio nel 1998 tornava sugli schermi Rai dopo 28 anni di assenza. Il programma, condotto all'epoca dal compianto giornalista Claudio Ferretti, dal grande Davide Cassani e da un Enrico Lucci alle prime armi, racconta, ancora oggi, le fasi finali delle tappe della "Giro", per poi tenere compagnia ai telespettatori anche dopo la loro conclusione. 

L'inizio dei quel brano (che potete ascoltare interamente nel video che vi lascio poco più sotto) è molto particolare: il "Tiattiattira tiattiattira tiattiattira tiattiatià, Tiattiattira tiattiattira Tiattiattira tiattiatià", infatti, risuonerà, sicuramente, nelle orecchie di chi ha vissuto quei momenti di strepitoso ciclismo: "attirato", proprio come dice il testo, dalla passione per questo sport. Il ritornello, poi, che recita "una festa, una gran festa certamente ci sarà. Ci sarà un sacco di gente, che per strada griderà. una festa, una gran festa certamente si farà, mancherà soltanto Coppi, perché Bartali è già là"sottolineando l'amore e la partecipazione della gente per il ciclismo e che ricorda due grandi corridori del passato come Coppi e Bartali, non può essere dimenticato dagli amanti delle due ruote. 

Una canzone, insomma, che ben descrive le emozioni e l'eccitazione che solo un evento come il Giro d'Italia sa regalare. Questo perché il "Giro" rappresenta l'Italia, rappresenta la sua gente. La stessa gente che, in strada, aspetta trepidante il passaggio dei propri beniamini, incitandoli, a gran voce, a dare il meglio di se stessi per arrivare al traguardo, sognando ad occhi aperti e dimenticando, almeno per poche ore, la dura vita di tutti i giorni

Il rapporto tra il cantautore di Ponte Buggianse e il "Giro", però, non finisce con questo componimento. Pieretti, infatti, a cui non viene dato, a parer mio, il giusto risalto, ha scritto anche altre tre brani che sono legati a questa manifestazione. Il primo è il Vento dell'est, uscito nel 1966 e pubblicato poi nell'album Giro d'Italia, Un Viaggio Musicale in 100 canzoni, la compilation dedicata al centenario della "Corsa Rosa". Il secondo, invece, si intitola Caro Gino Bartali, dedicato alla memoria del grande campione nativo di Ponte a Ema. Il terzo, infine, è il capolavoro Il Grande Airone, il cui testo è stato scritto insieme al poeta beat Jack Kerouac, inno ufficiale della corsa a tappe italiana nel 2019 e dedicato al leggendario Fausto Coppi. Il pezzo è stato anche cantato, proprio dal cantautore toscano, al termine della tappa Carpi-Novi Ligure, organizzata in onore del ciclista piemontese. 

Un amore, quello di Dante Luca (questo il vero nome del cantante) per il ciclismo, che nasce in tenera età. Pieretti, infatti, nato nel 1940, proprio quando Coppi vinse il suo primo "Giro", tifava, fin da piccolo, per il rivale storico del nativo di Castellania, l'altra grande leggenda del ciclismo, l'indimenticabile Gino Bartali. Poi, però, con il passare del tempo, ha deciso di far parte di quella metà degli italiani che sostenevano il Campionissimo, a causa dello zio, che come ricorda spesso proprio l'autore toscano, gli tirava sempre le orecchie per via della suo tifo fanciullesco per il Gigante delle Montagne. La passione di Pieretti per la bicicletta è poi continuata negli anni, tra un componimento e l'altro, tanto che il cantante è diventato amico anche di un altro grande del ciclismo, Francesco Moser. Una passione che condivide con migliaia di altri suoi connazionali e che ha avuto la fortuna di vivere molto da vicino. Tutto ciò grazie alle sue splendide canzoni, che hanno accompagnato la fantastica storia del Giro d'Italia e tutti gli italiani che, da anni, lo seguono.

Bibliografia e sitografia: 

- wikipedia.org
laprovinciapavese.gelocal.it/sport/2019/05/27/news/lasigladelgiroditaliaedellomellinogianpieretti


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